#Norma Cossetto
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Medaglia d’oro al merito civile, Norma Cossetto resta il simbolo dell’oppressione comunista titina sul confine orientale.
Insieme a lei ricordiamo tutti i Martiri, gli Esuli e le vittime del regime jugoslavo che attendono ancora verità e giustizia.
Link post Fb: is.gd/WZWJpE
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5 Ottobre 1943 - 5 Ottobre 2023
80° Anniversario del Martirio di Norma Cossetto
Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio, 5 ottobre 1943 - Villa Surani (Istria)
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L'unica volta in cui viene riconosciuto il danno fatto dalla pornografia è quando ciò viene utilizzato come scusa per giustificare un fottuto stupro di gruppo. Ma vaffanculo a sto paese di merda. Dio cane laido e tutti i santi impestati, ch esploda sto paese.
#“Eh ma è in ricordo di tutti i soldati che hanno combattuto qui!! Mica esaltiamo dei criminali per ragioni politiche!!” eppure la bandiera#della Germania nazista - i cui soldati mi risulta abbiano combattuto in Ciociaria - non la issate.#Chissà come mai#Secondo questa logica issiamo a Schio e a Porzûs la bandiera della brigata Garibaldi perché anche loro quando hanno ammazzato civili e#partigiani stavano “combattendo”#No aspetta meglio non dargli altre idee#Bastano già gli atti di vandalismo alla tomba di Norma Cossetto
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Le foibe sono un crimine di guerra, su questo non ci possono essere dubbi. Uccidere nemici inermi, dopo la cattura, al di fuori del combattimento e senza un giusto processo (come è spesso avvenuto in quelle circostanze) è sempre un crimine. Specie se ciò avviene alla fine di una guerra, quando si suppone che ci sia il tempo per giudicare i responsabili di reati commessi in precedenza, come avvenuto infatti a Norimberga, ma non (vale la pena ricordarlo) per i criminali di guerra italiani. Tuttavia, come sanno tutti gli storici, le vittime delle foibe non state uccise «solo perché italiane», a differenza di ciò che viene ossessivamente ripetuto nella vulgata politico-mediatica. Decine di migliaia di italiani combattevano nelle file dell’esercito partigiano jugoslavo, ovvero dalla parte di chi ha commesso quei crimini, e non hanno subito, ovviamente, alcuna violenza. Inoltre fra le vittime della resa dei conti condotta dalle forze jugoslave a fine guerra, gli italiani rappresentano tra il 3 e il 5%; gli altri sono jugoslavi (serbi, croati, sloveni, ecc.): tutti uccisi perché ritenuti fascisti, nazisti, spie, collaborazionisti o contrari alla conquista del potere da parte delle forze partigiane. I liberatori jugoslavi dunque se la prendono contro specifici nemici identificati in base all’appartenenza politica e militare, non nazionale.
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Da circa vent’anni sono state istituite due giornate commemorative, quella della Memoria dei crimini nazisti e quella del Ricordo delle foibe. Tali celebrazioni sono simili nella denominazione, vicine nel tempo (27 gennaio e 10 febbraio) e hanno lo stesso identico peso formale. Ripeto per essere più chiaro: i crimini contro l’umanità commessi dai nazisti nelle logiche che sono state ricordate, e che hanno ucciso 10 milioni di persone, sono commemorati alla stessa stregua delle violenze condotte dai partigiani jugoslavi contro 5.000 persone, molti dei quali condividevano il campo nazista.
Nei discorsi istituzionali e nella propaganda mediatica sulle foibe si parla di «pulizia etnica», si afferma che le vittime sarebbero state uccise «solo perché italiane» e si ribadisce il paragone con la Shoah, ignorando al tempo stesso i crimini fascisti e nazisti commessi in precedenza in quello stesso territorio. Come credo sia ormai chiaro, tutto ciò è assurdo, offensivo, umiliante, di fatto «negazionista» o almeno enormemente «riduzionista» nei confronti della Shoah e dei crimini nazisti e fascisti. Per di più negli ultimi anni il giorno del Ricordo ha acquisito un’importanza politica addirittura maggiore rispetto a quello della Memoria. La Rai ha prodotto due film sul tema, se ne interessano programmi televisivi di ogni genere, se ne parla addirittura a Sanremo durante il festival dei fiori; politici di tutti gli schieramenti ne strumentalizzano la vicenda, enti pubblici di ogni livello intitolano strade, piazze, parchi, monumenti a Norma Cossetto o ai «martiri delle foibe»; il Ministero dell’Istruzione dirama circolari-fiume sul tema («Linee guida» di ben 90 pagine), i prefetti di tutta Italia chiedono alle scuole di insegnare la falsa «pulizia etnica» ai loro studenti e il Parlamento ha da poco approvato lo stanziamento di milioni di euro per incentivare la propaganda antistorica delle associazioni nostalgiche, finanziando «viaggi del ricordo» scolastici al confine orientale.
Non ci possono essere dubbi: nella nostra memoria pubblica le violenze dei partigiani a fine guerra hanno acquisito un peso molto maggiore dei crimini nazisti, e sono probabilmente oggi più conosciute e ritenute più rilevanti dall’opinione pubblica. Può sembrare assurdo e paradossale, ma è così. Eppure manca ancora un tassello, la beffa oltre al danno.
Che fine hanno fatto i crimini fascisti? Su questo semplicemente non esiste una memoria pubblica. Chi davvero uccideva intere popolazioni solo per la propria appartenenza, chi ha davvero ucciso «etiopi solo perché etiopi» e «jugoslavi solo perché jugoslavi», non viene nemmeno menzionato sui libri di scuola, non merita film, vie, parchi, lapidi né uno straccio di dichiarazione pubblica di condanna.
E dunque, in definitiva: si mente sulle reali motivazioni del crimine delle foibe per cercare di farlo passare come un crimine fascista; e intanto si ignorano i veri e propri crimini del fascismo, finendo per far passare i fascisti come innocenti e anzi vittime dei partigiani. Si dedicano energie politiche e risorse economiche straordinarie per diffondere tali falsità e si cerca in questo modo di fare percepire all’opinione pubblica le foibe come addirittura più gravi dei crimini nazisti e della Shoah.
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Comunque, per chi si trovasse a Trieste, comunico che presso la Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich questo sabato (20 gennaio) alle 10:30, verrà presentato il libro Una vita appesa a un filo di Erminia Dionis Bernobi, esule da Santa Domenica di Visinada e medaglia d’oro al merito civile.
Ho conosciuto Erminia alla fine degli anni ‘90. A quei tempi suo marito Lino era nel direttivo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Trieste, uomo di sani principi, che stimavo per la ferma compostezza delle sue idee. Non mancava mai a nessuna celebrazione pubblica, nonostante a quei tempi fossero frequentate quasi solo dagli esuli. Ad un certo punto, con l’incalzare della malattia il buon Lino non fu più in grado di presenziare agli eventi del mondo dell’Esodo. Fu allora che iniziai ad accorgermi della presenza di Erminia; credo altresì che la scomparsa di Lino le avesse dato una spinta ad uscire con la sua storia. Quando la ascoltai rimasi pietrificato, poiché la sua fuga da Santa Domenica di Visinada si intrecciava con la storia di Norma Cossetto.
Nel 2005 quando il Presidente Ciampi le conferì la medaglia d’oro al merito civile io, nato in un campo profughi, con i racconti di padre Rocchi e le parole di Erminia potei capire quanto oscura fosse l’atmosfera che si respirava in quel momento. Ecco che dunque, con Emanuele Braico, Pino Cossetto, gli insegnamenti di Giacomo Bologna, assieme a Bruno Marini non mi fu difficile pensare di collocare la stele in ricordo di Norma nel rione per eccellenza degli istriani, quello di Chiarbola. In quel luogo, mai una volta vandalizzato e circondato dalle vite operose degli istriani, non ho mai visto una sola volta Erminia mancare ad una commemorazione. Ella rappresenta un monumento vivente e con quelle case di periferia condivide l’operosità di una vita da artigiana. Anche alla foiba di Basovizza, lei, che l’abisso l’ha evitato fuggendo a Trieste nella notte, Erminia costituisce una presenza immancabile.
La sua tenacia e il suo coraggio rappresentano un punto di riferimento per tutto il mondo dell’Esodo.
Siamo sempre andati d’accordo per quella sua capacità di non provare odio, per quella sua volontà di costruire da zero il suo futuro dopo aver perso tutto.
Grazie a lei ho potuto conoscere la famiglia Cossetto, altro grande esempio di sobrietà e coraggio, in particolare Licia, che ricordo con affetto. La sua scomparsa mi ha fatto riflettere su quanto preziose siano le testimonianze degli esuli che per età anagrafica si stanno spegnendo. Con la stessa silenziosa fede profondamente cristiana che contraddistingue Erminia, come peraltro lo fu per lo stesso Lino, mi auguro che Dio la possa preservare ancora molti anni per poter portare l’acqua limpida della verità a tutti gli assetati. In lei non ho mai visto estremismi, pensieri di vendetta, né rassegnazione: ecco perché credo incarni pienamente la figura di una donna moderna ante litteram, impegnata nel sociale, di successo, indipendente, quando ancora questi temi non erano parte della cultura contemporanea.
Il suo successo lavorativo ci ha sempre reso orgogliosi delle comuni radici istriane. Inoltre, il 15 di aprile festeggiamo il compleanno lo stesso giorno, ed ogni anno mi chiama per dirmi che l’anno successivo festeggeremo assieme: il mio augurio è che questo momento sia finalmente arrivato.
Grazie di esistere.
Renzo Codarin
#Tranquilli: le masnade di comunisti inferociti che aggrediscono gli esuli e tentano di bloccare questo genere di eventi si trovano#prettamente... a Firenze e Scandicci.#R.I.
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LE FOIBE: UNO DEI TANTI ORRORI COMUNISTI
Pur condannando l’orrore – e non potrebbe essere altrimenti – di quanto di inumano e inconcepibile avvenne dal 1943 al ’45 nelle martoriate città agli estremi confini della nostra penisola, vorrei porre l’attenzione ancora una volta su alcune delle figure femminili, vittime tra le vittime. E non per preferenza sommaria verso un genere, ma per portare a conoscenza alcune delle innumerevoli storie in cui, per la sola colpa di essere donne, si muore più volte; e per dare loro un volto, uno fra le migliaia, restituendo una piccola parte di quella dignità rubata, saccheggiata, depredata, così come lo furono i loro corpi: carne da macello, scettro di un delirio di onnipotenza maschile, in guerra come in pace.
Norma Cossetto,nella foto, studentessa universitaria istriana, fu torturata, violentata e gettata in una foiba ancora viva. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943.
Altra triste fine fu quella delle tre sorelle Radecchi: Fosca, Caterina e Albina, tutte gettate nelle foibe dopo aver subito le stesse violenze di Norma e di chissà quante altre donne rimaste senza nome. Un triplice omicidio raccapricciante di tre giovanissime innocenti di 16, 19, 21 anni. Lavoravano in una fabbrica di Pola e furono soggette a trattamenti disumani per giorni. Albina era anche prossima a partorire ma non le fu risparmiata nessuna sevizia. Vennero infoibate ancora vive e forse raggiunte dai vari proiettili che venivano scaricati nelle fosse per assicurarsi della morte delle vittime.
A Rosa Petrovic fu riservato un trattamento speciale aggiuntivo, strappandole gli occhi dalle orbite.
C'e' ancora chi separa il nazismo dal comunismo. Invece sono due facce della stessa medaglia. Ha giovato al nazismo la contrizione del nome, cominciamo a chiamarlo nazionalSOCIALISMO, forse qualcuno si sveglia..che siano stati antagonisti nemmeno vuol dir nulla...anche cattolicesimo e protestantesimo lo sono stati...
Rosso e nero sono due colori forti.. due colori duri..rosso e' il colore del sangue e nero del sangue pesto...l'ideologia e' la stessa: odio contro l'umanita'. Nessuno stupore che ambedue difendano l' islam e lo appoggino visto che li lega l' odio contro le donne e quindi l'odio contro la vita. Pretendiamo che vengano considerati apologia di reato!
In memoria delle vittime.
Glielo dobbiamo.
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Oregina, tensione per la commemorazione di Norma Cossetto: antifascisti in presidio coi fumogeni - Genova 24
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L’anpi è quella organizzazione che ogni anno organizza conferenze revisioniste e negazioniste delle foibe, l’anpi è quella organizzazione che nega il ricordo a bambine e giovani stuprate e uccise come Giuseppina Ghersi e Norma Cossetto, l’anpi è quella organizzazione che esprime solidarietà a realtà estremiste e violente come Askatasuna, l’anpi è quella organizzazione perfettamente rappresentata da tal Enrico Mezzetti di anni 72 (la montagna l’ha vista forse per sciare) che nega il saluto a un rappresentante del governo con fascia tricolore perché “è una persona che non stimo”. Ecco se io fossi un politico di destra ma anche di sinistra ( serio lo ometto perché dovrebbe essere scontato) con questa gente non vorrei condividere non solo la piazza ma nemmeno una locandina o un pensiero. Fortunatamente non sono un politico e quindi mi limito con un po’ di nausea a guardare chi passa dal giorno del ricordo al 25 aprile magari passando da Ramelli o i fratelli Mattei come se fosse una cosa normale e persino dovuta. Fortunatamente non riesco ancora ad essere cosi cinico e ipocrita.
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📷NOTIZIARIO: CELEBRAZIONI IN MEMORIA DI NORMA COSSETTO - 27.10.2024 - Celebrazioni in memoria di Norma Cossetto a Porto Potenza Picena i cittadini chiedono una dedica pubblica - Si sono svolte in Piazza... 📽️ https://www.twinssebastiani.it/dettaglio.php?id=12423
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Caltanissetta: inaugurata una "panchina del ricordo" dedicata alla vittima delle foibe Norma Cossetto
Caltanissetta: inaugurata una "panchina del ricordo" dedicata alla vittima delle foibe Norma Cossetto . La vittima delle Foibe Norma Cossetto ha la sua “panchina del ricordo” a Villa Monica.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Il Giorno del Ricordo, the day after
Ieri, per la prima volta nella mia vita, ho celebrato il Giorno del Ricordo partecipando a un evento commemorativo, che si è tenuto a Daverio presso la Sala Polivalente e che in fondo sento un pò mio per aver invitato personalmente uno dei relatori, lo scrittore e amico Massimiliano Comparin.É a lui che devo il merito di aver colmato la grande lacuna di conoscenza della storia di Norma Cossetto e…
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#10 febbraio#armistizio di Cassibile#Assessore alla Cultura Regione Lombardia#Benito Mussolini#Dalmati#esuli istriani#Fiumani#foibe#Francesca Caruso#Giorno del Ricordo#Giuliani#I cento veli#Istria#Josip Broz Tito#lectio magistralis#Licia Cossetto#maresciallo Tiito#Mariella Meucci#Massimiliano Comparin#negazionismo#Norma Cossetto#omertà#Paolo Bellini#partigiani jugoslavi#pulizia etnica#Rai Play#Red Land Rosso Istria#terra rossa#Università degli Studi dell&039;Insubria
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Rampelli reopens the Colle Oppio cave, a historic meeting place of the right
The municipality of Rome granted the spaces to Fratelli d’Italia. The permanent exhibition inaugurated in memory of the young Norma Cossetto, raped and tortured by Tito’s partisans and then thrown into a foiba Source link
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"Una Rosa per Norma", una mostra, realizzata assieme al Comitato 10 febbraio, dedicata a Norma Cossetto, alla tragedia delle foibe e all'esodo giuliano-dalmata. Pannelli illustrativi, musica e video per non dimenticare quello che è successo a fine guerra nel confine orientale.
I primi istriano dalmati giunti a Roma a seguito della pulizia etnica titina nelle terre irredente trovarono rifugio in un rudere a due passi dal Colosseo, scavarono e crearono il loro posto sicuro, da dove poter ricominciare una vita dopo aver dovuto lasciare tutto; casa, amici, affetti personali, e ancora peggio, la propria terra natìa.
Nel parco del Colle Oppio, nel quale sorge la Domus Aurea, i resti della Roma Antica delle terme di Tito e Traiano facevano da cornice a questa tragedia, come a dire " voi siete figli di Roma, tra le mie braccia sarete al sicuro". Da lì, da via delle Terme di Traiano 15a, prese vita così una storia fatta di identità e tradizioni, di aggregazione, associazionismo e laboratori culturali.
Oggi quella storia è pronta a ridare linfa vitale a tutto questo tramite una mostra proprio in onore di chi ha rinunciato alla sua vita per rimanere italiano, esiliato in Patria o gettato in una Foiba. Oggi quella storia è ancora viva e scorre forte nelle nostre vene e come la fenice rinasce dalle proprie ceneri, questo nuovo/vecchio progetto è pronto a nascere e a crescere con tutta la forza delle proprie radici. Sicuri di quel percorso oggi doniamo il nostro sapere, la nostra formazione, le nostre notti in bianco per il bene di una sola cosa, la Nostra Patria. Sempre e ancora di più con rabbia e con amore.
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L'associazione il Selvaggio: "Ottenuto grazie al lavoro incessante della nostra comunità, da oggi disponibile in tutta Italia" Sarà disponibile da oggi in tutta Italia il francobollo dedicato a Norma Cossetto. Ad annunciarlo è l'associazione culturale Il Selvaggio di Siena, che era già riuscita a far intitolare un parco alla martire istriana: "Con grande orgoglio e soddisfazione annunciamo che grazie all'impegno e al lavoro incessante della nostra comunità siamo riusciti ad ottenere, dopo aver presentato formale richiesta al ministero delle imprese e del Made in Italy e a Poste Italiane, l'uscita di un francobollo a tiratura nazionale dedicato alla memoria di Norma Cossetto", spiega il responsabile dell'associazione Marzio Fucito. "La giovane Norma assurge a simbolo del martirologio istriano - rimarca Fucito - Bella, intelligente, colta, assolutamente estranea ad ogni vicenda politico-militare di quegli anni di guerra, Norma pagò il prezzo più alto per affermare eroicamente la sua orgogliosa italianità. Insieme a migliaia di altri italiani, colpevoli solo di essere tali, finì violentata ed infoibata per mano dei partigiani titini. Norma avrebbe potuto abiurare alla sua italianità per avere, forse, salva la vita ma il valore dell’impegno per la difesa della propria cultura e della propria specificità che Norma Cossetto ha voluto trasmettere, con il suo eroico comportamento, alle nuove generazioni di italiani, rende attualissimo il suo martirio. Sei anni dopo la sua morte Norma Cossetto ebbe il suo primo riconoscimento autorevole. Su proposta del Magnifico Rettore dell'Università di Padova le venne concessa la laurea 'honoris causa' che non era riuscita a discutere e nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le conferì la medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. 5 ottobre 1943 - Villa Surani (Istria). I Popoli vivono anche di esempi e Norma Cossetto, nella sua semplicità, esempio lo è per tutti noi", conclude la nota de Il Selvaggio. Fonte
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Ottanta anni fa veniva uccisa Norma Cossetto
Ottanta anni fa veniva uccisa Norma Cossetto, istriana, infoibata nell’autunno del 1943, a soli 23 anni. La Cossetto frequentava l’Università di Padova quando fu incarcerata in una scuola di Antignana in Croazia dove fu violentata e seviziata prima di essere infoibata dai partigiani titini, da mesi sulle sue tracce. Oggi alle ore 18.00 in prossimità della stele a lei dedicata nell’omonima…
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Una Rosa per Norma Cossetto: Il Comitato 10 Febbraio Depone Fiori
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